Non v’è dubbio che recentemente sia esploso anche in Italia nell’ambito più ampio dei cultural studies un vivace interesse per gli studi post-coloniali, con spinte ulteriori verso i cosiddetti subaltern studies. Laddove le scarse ricerche sulla vicenda coloniale italiana avevano privilegiato la ricostruzione diplomatica e militare, limitando di fatto una compiuta costruzione della memoria pubblica, questa nouvelle vague della storiografia italiana al contrario - unendo studiosi di varie discipline (dalla storia sociale, culturale o delle dottrine politiche alla storia dell’arte, alla filmologia e all’antropologia) - si è focalizzata sull’immaginario coloniale e soprattutto sulla memoria andando ad esplorare non soltanto le origini delle tassonomie razziali, evidenziando il nesso nazionalismo-espansionismo-consenso fascista per denunciarne – finalmente! – gli aspetti più gretti e aggressivi; ma, in tal modo, essa ha voluto soprattutto rimarcare la protrazione e il precipitato a tutt’oggi di tale cultura.

Purtuttavia, concentrandosi quasi esclusivamente sui colonizzatori e sulle loro ambiguità, questi studi spesso sono andati a scostare più che collegare la storia italiana dalla storia dei paesi invasi rendendo dunque sempre più necessaria una riflessione atta a stimolare una forma “matura” di post-colonialismo, che sia in grado di raccontare la variante italiana in tutte le sue - anche squallide - sfaccettature e, allo stesso tempo, si renda capace di “restituire” il discorso coloniale alle sue effettive interrelazioni.

[[figure caption="Addis Abeba Caffè Cinema Romano, Memorie Coloniali - fondo Florenzo Vannucci" width="500px"]]figure/2013/maccaferri/maccaferri_2013_01.jpg[[/figure]]

Pur non intenzionalmente pianificato per seguire questo perimetro euristico, il progetto Returning and Sharing Memories che vede la collaborazione fra le università di Modena, “L’Orientale” di Napoli e Addis Abeba con le associazioni di volontariato MOxA (Modena per gli altri) ed Hewo-Modena che operano in Etiopia, rappresenta nella sua peculiarità una risposta straordinariamente originale e stimolante a questi interrogativi.

Nato da un insolito incontro fra ricerca storica e volontariato - le due organizzazioni no-profit di Modena hanno commissionato a Paolo Bertella Farnetti dell’Università di Modena una ricerca storica sull’esperienza dei modenesi che avevano partecipato all’avventura coloniale italiana nel Corno d’Africa, Returning and Sharing Memories si è ben presto dimostrato, da un lato, un modo diverso per riflettere sul senso di “fare solidarietà” oggi attraverso un confronto con l’aggressione passata; e, soprattutto, dall’altro, ha offerto l’occasione per far emergere un patrimonio archivistico rilevantissimo.

Grazie, infatti, a un appello pubblico fatto circolare sulla stampa della provincia che ha riscontrato una tanto generosa quanto inaspettata risposta, dalle soffitte e dai cassetti privati dei modenesi è emersa una notevole quantità di memoria storica, soprattutto visiva: fotografie organizzate in album o sciolte, qualche diario, lettere e altri memorabilia del passato modenese coloniale. Il materiale è stato in un primo momento organizzato in una mostra (Modena-Addis Abeba andata e ritorno, che è stata ospitata al Palazzo dei Musei e al Fotomuseo Panini di Modena nel 2007 e nel 2013 a Carpi, Palazzo dei Pio, e in trasferta all’Istituto Culturale Italiano di Addis Abeba), in 3 pubblicazioni (L’Impero nel cassetto. Memorie dell’Italia coloniale tra album privati e archivi pubblici, a cura di Paolo Bertella Farnetti, Adolfo Mignemi, Alessandro Triulzi per la Mimesis edizione uscirà nel 2013). Ma soprattutto gli album, i fondi fotografici e il materiale messo a disposizione dai cittadini modenesi sono stati “copiati” in formato digitale e messi a disposizione in un archivio virtuale sul sito Memorie Coloniali.

[[figure caption="Invito mostra, Modena 2007" align="left" width="350px"]]figure/2013/maccaferri/maccaferri_2013_02.jpg[[/figure]]

L’operazione non si è però chiusa con il ritorno delle fonti ai proprietari: la ricchezza dei materiali emersi, l’uso di una tecnologia come lo scanner (semplice e flessibile, in grado di riprodurre perfettamente e creare le condizioni per una circolazione illimitata delle copie in luoghi fisici o virtuali come la rete), ha spinto a una riflessione sul come utilizzare e valorizzare il patrimonio raccolto. Portando la mostra in Etiopia, su invito dell’Istituto Culturale Italiano di Addis Abeba, si era venuti infatti a contatto con una realtà locale molto carente di memorie, visive e non solo, del periodo passato coloniale. Non ci sarà bisogno di insistere sul fatto che, a differenza dei combattenti etiopi, moltissimi soldati italiani disponevano di una macchina fotografica, uno strumento diventato accessibile e popolare proprio in quegli anni.

In questo quadro, dopo avere preso contatto con archivisti e storici etiopi, è nata dunque l’idea di “restituire”, e quindi di condividere, quelle stesse memorie emerse dai fondi familiari modenesi. Copia del materiale è stata donata all’Università di Addis Abeba e messa a disposizione in un fondo ad hoc per ricercatori e studenti. L’idea di restituire-condividere i documenti di un passato comune non è certo nuova, ma si è sempre scontrata con i pantani della burocrazia. Gli archivi privati, svincolati dalle rigidità istituzionali a cui sono sottoposti gli archivi pubblici, hanno mostrato una flessibilità imprevista ottenendo peraltro un effetto imitativo e di trascinamento anche fuori dai confini modenesi (sono infatti stati raccolti nell’archivio di Returning and Sharing Memories anche materiali extra-provinciali ora disponibili sul sito).

La quantità e qualità dei materiali emersi inducono alcune considerazioni: anzitutto l’esperienza dell’effimero impero italiano creato con l’aggressione all’Etiopia, poco considerato nei manuali e nell’insegnamento della storia, riflesso di un passato considerato pubblicamente imbarazzante, è stato un evento che ha intensamente segnato i partecipanti e il cui ricordo è stato accuratamente conservato dai loro discendenti.

[[figure caption="Bambini addestrati al saluto fascista, Memorie Coloniali - fondo Pier Filippo Gomez Homen" width="500px"]]figure/2013/maccaferri/maccaferri_2013_03.jpg[[/figure]]

Di conseguenza è lecito pensare, sulla base dell’esperienza modenese, che ci siano molti documenti privati di questo tipo che giacciono in nascosti armadi familiari: una miniera di immagini e testi che possono arricchire la conoscenza del colonialismo italiano, integrando gli archivi pubblici e rendendo al contempo la vicenda più “familiare”. Un patrimonio che, va da sé, sta rischiando come altri nel nostro paese di andare perduto.

Allo stesso tempo, un approccio tangibilmente condiviso come quello patrocinato da Returning and Sharing Memories non solo richiama la riflessione storica alla necessità di decostruire le immagini – fortemente radicate nel collettivo e nel senso comune – del “colonialismo straccione” o degli “italiani brava gente”; ma si mostra capace di riportare il discorso coloniale alle origini muovendo dalla sua dimensione privata a quella del discorso pubblico e della cornice politica. L’obiettivo qui non è soltanto quello di ricostruire e meglio comprendere quell’habitus, per dirla con Pierre Bourdieu, che ha generato le condivise pratiche socio-culturali del colonialismo italiano; innanzi, l’intento è soprattutto quello di fornire un più articolato apparato storico-documentale per contrastare quel tanto ingenuo quanto infido revisionismo culturale odierno che ha condotto, irresponsabilmente, il comune di Affile a dedicare un mausoleo alla memoria di Rodolfo Graziani.


 

Bibliografia

Modena - Addis Abeba andata e ritorno. Esperienze italiane nel Corno d'Africa 2007
Carpi: Nuovagrafica
Bertella Farnetti P. 2007
Sognando l'impero. Modena Addis Abeba (1935-1941), Milano: Mimesis
Bertella Farnetti P. 2010
Returning Memories Pier Luigi Remaggi in Axum, 1935-36, Addis Ababa: Master Printing Press

 

Risorse

Memorie Coloniali
www.memoriecoloniali.org
Etiopia per non dimenticare - dossier didattico
www.memoriecoloniali.org/kcms/Temp/Elenchi/03b252b7243d4ad4a413b65bebc5ce17/Kid_video/moxa/index.htm
Returning and Sharing Memories
Genesi e sviluppo di un progetto per l’uso del “passato comune” italo-etiope (1935-1941), Paolo Farneti (pdf) 
Paolo Bertella Farnetti racconta il progetto Returning and Sharing Memories a Chiodo Fisso  (Radio 3, 20 gennaio 2011)
http://www.memoriecoloniali.org/kcms/Temp/Elenchi/03b252b7243d4ad4a413b65bebc5ce17/Kid_suono/CHIODO_FISSO__Returning_memories__del_20.01.2011%20copia.mp3
Campi fascisti
www.campifascisti.it