1. Gli obiettivi e l’articolazione della ricerca

Il volume L’esercito della carità. 150 anni di Croce Rossa Italiana a Parma tra slancio umanitario e radicamento nel territorio (MUP 2017) è frutto di un lavoro di ricerca storica fortemente voluto dal Consiglio direttivo della Cri parmense in occasione del centocinquantesimo dalla sua fondazione – avvenuta il 13 maggio 1866 per merito della volontà e del sostegno di un gruppo di benefattori – e realizzato, attraverso un lavoro a più mani, dai ricercatori dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea (Isrec) di Parma.

L’ipotesi di partenza da cui ha preso le mosse la ricerca era quella di ricostruire con un approccio tematico-cronologico le tappe salienti della presenza cittadina della Cri: dal suo lungo “apprendistato” ottocentesco, segnato da una progressiva affermazione e legittimazione in seno alla società locale, all’importante parentesi della guerra italo-turca, non priva di talune ambiguità sul piano della propaganda nazional-patriottica; dal banco di prova della Prima guerra mondiale, che ha sancito uno dei momenti di maggiore dinamismo e visibilità del Comitato in ambito cittadino, agli anni controversi del fascismo e del Secondo conflitto mondiale, viziati dall’insorgere della questione spinosa del rapporto con la Pubblica Assistenza e dal delinearsi di una vera e propria “guerra tra le due Croci”, per arrivare agli anni Sessanta e Settanta del Novecento, animati da crescenti istanze di rinnovamento, ma anche dall’invadente intromissione della politica negli equilibri interni all’ente benefico. Gli ultimi decenni di vita dell’associazione, dalla intensa stagione politica degli anni Settanta ai giorni nostri, sono stati, infine, ripercorsi attraverso le testimonianze di alcuni volontari e dirigenti del Comitato cittadino, raccolte dai ricercatori dell’Isrec nello stile informale di una “conversazione coi testimoni” e in parte trascritte nell’Appendice che chiude il volume, quali importanti tasselli di una Storia più grande che si nutre delle memorie e delle narrazioni dei singoli.

Scopo precipuo del volume non è, tuttavia, quello di costruire una cronaca evenemenziale della storia della Croce Rossa parmense, quanto quello di indagare come essa si è inserita nel tessuto sociale della città e si è, nel tempo, relazionata con la comunità locale. Per questo, accanto all’impegno diretto dei militi e delle infermiere volontarie sui teatri di guerra, il libro focalizza l’attenzione anche sulle attività in tempo di pace e in ambito civile del Comitato cittadino – dalla lotta alle malattie endemiche alle campagne di educazione igienica, dalla tutela della salute dell’infanzia alle attività di assistenza sanitaria in favore delle fasce più deboli della popolazione, fino alle operazioni di soccorso stradale e protezione civile in occasione di calamità naturali o dei cosiddetti “grandi eventi” – di cui viene evidenziata l’importanza decisiva nell’ambito del sempre più ampio ventaglio di iniziative realizzate sul territorio, nonché sugli strettissimi rapporti tra “solidarietà” e “socialità” che, attraverso rilevanti intrecci con l’élite dirigente cittadina, hanno contribuito nel corso del Novecento a mediarne il radicamento all’interno della società parmigiana.

Il quadro è poi completato da un denso approfondimento sul “discorso femminile” delle donne della Cri – dame e infermiere volontarie – storicamente portatrici di compiti altri rispetto a quelli dei militi e protagoniste di un graduale processo di professionalizzazione ed emancipazione che ne ha fatto uno specchio fedele, e non di rado un’avanguardia, della società in cui vivevano e dei cambiamenti in atto [Bartoloni 2005; Pascucci 2013]. Per dar conto in modo quanto più è possibile esaustivo della “geografia della solidarietà” disegnata dalla Croce Rossa sul territorio provinciale è stato, infine, dedicato un breve excursus alla nascita e alle vicende principali che hanno scandito il primo fiorire e la successiva istituzionalizzazione delle Delegazioni della provincia, nel tentativo di evidenziare la diffusione capillare dell’associazione anche al di fuori del contesto urbano e la peculiare dialettica tra centro e periferia instauratasi all’ombra del comune ideale solidaristico.

2. Il problema delle fonti

Ripercorrere le tappe che hanno scandito la nascita e il progressivo consolidamento della Croce Rossa all’interno della società parmigiana, nel contesto politico, sociale e culturale della seconda metà dell’Ottocento e del lungo Novecento, non è stata impresa semplice. A dispetto della vivacità mostrata dall’associazione sin dai suoi primi decenni di vita e del suo crescente radicamento nel tessuto cittadino, la ricostruzione storica dello sviluppo associativo della Cri deve, infatti, fare i conti – a Parma come nel resto del territorio nazionale [Cipolla e Vanni (eds.) 2013] – con una strutturale carenza di fonti archivistiche, dovuta a una particolarissima contingenza storica risalente alla Grande guerra, che, sebbene diretta a un fine benefico, ha compromesso in modo irreversibile la memoria storica di molti dei Comitati provinciali sparsi per la Penisola.

Proprio durante il Primo conflitto mondiale, per ovviare alle ristrettezze imposte dall’economia di guerra e in particolare alla preoccupante penuria di carta, accogliendo un’idea maturata negli uffici giudiziari romani, il Comitato centrale della Croce Rossa si è fatto promotore di una vastissima opera di raccolta e riutilizzazione dei rifiuti d’archivio presso studi professionali, enti pubblici e privati, amministrazioni statali, case editrici e quotidiani, al fine di inviarli al macero, ricavare carta nuova dalla vecchia e realizzarne un guadagno da destinare in beneficenza per sostenere le attività dell’associazione stessa [1]. Tale iniziativa – a favore della quale la Croce Rossa ha messo a disposizione la propria articolata struttura territoriale, impegnandosi in prima linea nella raccolta e nello smistamento della carta – ha inaugurato una prassi destinata a protrarsi anche nei decenni successivi, determinando la distruzione di gran parte della documentazione archivistica di molti dei Comitati provinciali della Cri, che periodicamente hanno inviato al macero i propri archivi senza alcuna discriminazione sull’effettiva utilità dei documenti.

È quanto è avvenuto verosimilmente pure nel caso del Comitato parmense, del cui archivio storico, anche a seguito di successivi trasferimenti di sede dell’associazione, non restano che sporadiche tracce. In particolare, per il periodo antecedente alla Prima guerra mondiale, rimangono solo pochi fascicoli conservati presso l’Archivio comunale, che contribuiscono indirettamente a gettare luce sui rapporti intrattenuti con le istituzioni municipali e con il contesto sociale della città, mentre un altro nucleo documentario custodito presso la sede dell’associazione riguarda gli anni Trenta e Quaranta del Novecento e testimonia, insieme ad alcuni aspetti della vita amministrativa e associativa del Comitato, dell’assorbimento della locale Assistenza Pubblica all’interno della Croce Rossa nel 1930 e del conseguente contenzioso insorto tra i due enti benefici all’indomani della Liberazione [Giuffredi, Minardi e Gaita 1992].

Molto più consistente e cronologicamente completo risulta, invece, l’Archivio delle infermiere volontarie, anch’esso conservato presso la Sezione di Parma della Croce Rossa, che contiene i fascicoli personali di tutte le crocerossine parmensi diplomatesi a partire dal 1909 e che si è rivelato fondamentale per gettare luce sulla storia delle donne della Cri e ricostruirne i profili biografici e il peculiare contributo all’interno dell’associazione.

La frammentarietà e gli ampi vuoti lasciati aperti dalla documentazione archivistica sono stati, tuttavia, almeno in parte compensati dalla grande ricchezza di informazioni riportate dalla stampa locale, in particolare dalla “Gazzetta di Parma” che, sin dalla nascita dell’associazione, ne ha seguito con interesse gli sviluppi, riservando ampio spazio alla pubblicizzazione e al resoconto delle attività intraprese e rivolgendo parole di elogio alla solerte adesione della carità cittadina. Pur nell’inevitabile parzialità e nei limiti intrinseci a questo genere di fonte, si è trattato di testimonianze preziose per dipanare i fili di una presenza percepita sin dalle origini come significativa, non solo per le sue implicazioni rispetto alla questione cruciale del soccorso ai feriti sui teatri di guerra, ma anche per i suoi molteplici intrecci con l’establishment cittadino e per la capacità di compendiare in sé istanze, valori e slanci solidaristici espressi in vario modo dalla società parmigiana.

A questa variegata documentazione archivistica e alle fonti a stampa si sono, infine, affiancate le testimonianze orali raccolte nel corso della ricerca che, con la loro vivacità e la pluralità dei punti di vista, hanno contribuito in modo tutt’altro che trascurabile a meglio definire l’identità associativa del Comitato parmense e a restituirne tutta la complessità e la dimensione umana.

3. Un focus sulla dimensione cittadina

Come già anticipato, la città rappresenta l’humus e lo spazio politico in cui, sin dalle sue origini, si è andata ad inserire l’azione di soccorso della Croce Rossa parmense, mobilitando quelle reti di solidarietà già esistenti nel tessuto sociale preunitario e intessendone di nuove [Ridolfi e Tarozzi 1987-1988], tanto che ricostruire le vicende dell’associazione nei suoi centocinquant’anni di vita equivale a ripercorrere nelle sue linee di fondo l’evoluzione della società cittadina e della sua élite dirigente, tra sforzo di integrazione nel nuovo orizzonte politico nazionale e rivendicazione di una propria identità peculiare rispetto ai centri di potere che si vanno definendo di pari passo con l’avanzamento del processo unitario. Il dialogo costante con la realtà municipale appare, infatti, una dimensione connaturata allo specifico carattere della Croce Rossa quale organizzazione umanitaria certo molto verticistica e istituzionale, ma nel contempo saldamente radicata nella società civile, segnata da legami a doppio filo con il mondo politico e gli enti locali, da sempre orientata a innestare la propria impalcatura associativa nel tessuto vitale del contesto in cui opera, per trarre vigore e alimento dalle migliori energie culturali, operative e sociali che esso è in grado di esprimere e canalizzarne lo slancio ideale, mettendole al servizio della propria causa [Bortoletto 2013]. 

Filo conduttore dei diversi contributi raccolti nel volume è, dunque, proprio il tentativo di assumere lo sviluppo associativo e la progressiva affermazione della Croce Rossa a livello locale come un indicatore e un punto di vista privilegiato per gettare luce sulle pratiche sociali, la dialettica politica e le liturgie che hanno caratterizzato nella seconda metà dell’Ottocento e, poi, attraverso i vari snodi del Novecento il contesto cittadino, ricostruendone l’evoluzione e le dinamiche interne. Nel contempo, le vicende della città fungono da sfondo e necessario terreno di coltura per comprendere appieno la peculiare identità del Comitato parmense, segnato da una costante tensione tra la sua naturale vocazione umanitaria, che ne ha proiettato lo slancio solidaristico verso l’esterno, nei diversi teatri di guerra e nell’ambito delle molteplici emergenze e calamità che l’hanno visto di volta in volta impegnato in prima linea al servizio delle popolazioni colpite, e un inesausto tentativo di radicamento all’interno della società parmigiana, nelle pieghe dei suoi equilibri socio-politici e delle sue istituzioni. In tal senso il volume, rifuggendo programmaticamente da una prospettiva di carattere celebrativo, ambisce ad inserirsi, dal punto di vista storiografico, nel campo della storia sociale.


Bibliografia

  • Bartoloni S., 2005
    Donne nella Croce Rossa Italiana: tra guerre e impegno sociale, Venezia: Marsilio.
  • Bortoletto N., 2013
    Il significato più proprio della Cri in Emilia Romagna, in Cipolla C., Bortoletto N. e Ardissone A. (eds.) 2013, Storia della Croce Rossa in Emilia Romagna dalla nascita al 1914, Milano: FrancoAngeli.
  • Cipolla C. e Vanni P. (eds.), 2013
    Storia della Croce Rossa Italiana dalla nascita al 1914, Milano: FrancoAngeli.
  • Giuffredi M., Minardi M. e Gaita M., 1992
    Operai della buona causa: storia dell’Assistenza Pubblica di Parma, Parma: Centro Guido Picelli.
  • Pascucci I., 2013
    Dalle Dame alle Infermiere, in Cipolla C. e Vanni P. (eds.) 2013, Storia della Croce Rossa Italiana dalla nascita al 1914, Milano: FrancoAngeli.
  • Ridolfi M. e Tarozzi F., 1987-1988
    Associazionismo e forme di sociabilità in Emilia-Romagna fra ‘800 e ‘900, “Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna”, XXXII-XXXIII.

Risorse in rete


Note

1. Archivio Storico del Comune di Parma, Carteggio postunitario, Beneficenza – 1922, b. 2086, Scarti d’Archivio a favore della Croce Rossa Italiana, 4 febbraio 1916-18 giugno 1923.