Sembra che, finalmente, la storia del movimento socialista e operaio stia tornando – dopo il periodo di crisi iniziato dalla seconda metà degli anni Ottanta – ad animare il dibattito storiografico italiano. Segnali incoraggianti provengono, infatti, dalle ultime ricerche condotte da una nuova generazione di studiosi che, forse più facilmente rispetto a quelle precedenti, è riuscita a metabolizzare la lezione di quanti scorgevano decenni fa nell’“ottica dottrinaria” individuata da Haupt – nella sua duplice valenza epistemologica e dogmatica – la causa stessa della crisi dello studio della storia operaia.

Il 13 marzo 2015 in occasione della annuale Festa di Clionet (http://www.clionet.it), si è svolto presso la Casa Saffi di Forlì, luogo altamente simbolico per la tradizione democratica e repubblicana forlivese e oggi sede dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Forlì-Cesena (http://www.istorecofc.it), un seminario conviviale (http://www.italia-resistenza.it/in_evidenza/storia-del-socialismo-1587) che ha permesso di constatare come gli studi sul socialismo, nelle sue molteplici espressioni, attraversino oggi in Italia una nuova e positiva fase di rilancio.

Nella stessa direzione avanza, del resto, “Sfumature di rosso” - seminario permanente per la storia del socialismo (https://sites.google.com/site/sfumaturedirossosocialismo) - che ha collaborato alla realizzazione dell’incontro forlivese. Il progetto del seminario permanente è stato esposto, in occasione della Festa di Clionet, da Mirco Carrattieri. Esso persegue vari obiettivi tra cui, in primo luogo, creare una fitta rete tra studiosi, associazioni e istituti impegnati nella ricerca sulla Storia del socialismo, procedere sinergicamente al progetto collettivo di mappatura delle amministrazioni socialiste e popolari in età giolittiana - con una particolare attenzione al 1914 - e infine concentrarsi sullo studio dei casi di violenza subita e agita in ambito socialista nonchè dello spostamento dei quadri e dell’emigrazione interna.

I lavori del seminario conviviale sono stati aperti da Carlo De Maria, presidente di Clionet, nonchè direttore dell’Istituto storico della Resistenza di Forlì-Cesena. Lo studioso è intervenuto chiarendo la necessità avvertita in ambito storiografico, ma anche per chi si interessa al presente politico, di “ripartire dalle origini” del movimento socialista e popolare italiano. Soffermarsi, dunque, su alcuni profili biografici capaci di restituire all’analisi storiografica una “storia della vita reale del movimento”, includendo cosi in essa anche quelle correnti o personalità spesso escluse da un approccio metodologico più rigido e istituzionale. In questo caso, De Maria si è focalizzato sulla figura-chiave del municipalismo popolare, Andrea Costa, e quindi più in generale sull’esperienza della generazione primo internazionalista italiana.

Il confronto seminariale è stato organizzato in sezioni tematiche ripartite secondo approcci territoriali e tematici, e poi con attenzione a particolari “momenti” storici e agli strumenti della ricerca.

La sezione dedicata alla “dimensione territoriale” è stata aperta da Alberto Ferraboschi che ha delineato l’evoluzione del socialismo tra Otto e Novecento nell’area emiliana, mentre l’intervento di Luca Gorgolini si è concentrato sulla nascita del movimento socialista nel territorio marchigiano. In ultimo, Francesco Di Bartolo è intervenuto sul “caso” siciliano con particolare attenzione ai rapporti tra mondo rurale e urbano e sulle influenze di questi sulla nascita e lo sviluppo del movimento socialista isolano. Di particolare interesse l’originale intervento di Fiorella Imprenti, nel corso della parte seminariale dedicata ai “temi”, incentrato sui rapporti di genere all’interno dell’ambiente militante socialista. Sul tema del municipalismo socialista e delle origini del welfare Matteo Troilo è intervenuto legandosi, così, alla precedente riflessione di Tito Menzani sulle origini del movimento cooperativo in ambito socialista.

Per quanto riguarda la sezione dedicata ai “momenti”, si è partiti dalla relazione di Laura Orlandini incentrata sulla svolta rappresentata dalla Settimana rossa, proseguendo poi con quello di Alessandro Luparini sul tema del Biennio rosso ed il massimalismo, che offre ancora oggi originali e provocatori spunti di ricerca. L’incontro è proseguito con la relazione di Marco Masulli sulle nuove prospettive di studio sul sindacalismo d’azione diretta negli anni Venti e Trenta, con attenzione alla dimensione internazionale e al metodo biografico, e quello di Antonio Senta sul movimento anarchico, il suo ruolo nella Resistenza e le trasformazioni interne nel periodo della ricostruzione nazionale. La sezione tematica è stata, quindi, chiusa con gli interventi di Alfredo Mignini sulle forme di conflittualità contadina nel dopoguerra e quello di Sante Cruciani sulle sinistre e l’unità europea.

Il seminario è proseguito con una parte dedicata alla presentazione di alcuni “strumenti” che si rivelano sempre più indispensabili per una metodologia della ricerca storica in corso di aggiornamento. In particolare, Luigi Balsamini si è soffermato sulle fonti digitali e i cataloghi on-line, mentre Giovanni Pasini è intervenuto presentando il lavoro di digitalizzazione di riviste e opuscoli compiuta dalla Biblioteca Gino Bianco di Forli. La tavola rotonda finale ha chiuso i lavori servendo da momento di riflessione generale sulla varietà di approcci possibili alla storia del socialismo, con l’importante testimonianza - tra le altre - di Learco Andalò.