Il 6 maggio 2016 si è svolto a Modena un seminario intitolato Il Sessantotto lungo la via Emilia. Bilanci e prospettive di ricerca sui movimenti in Emilia Romagna tra gli anni Sessanta e Settanta, organizzato dall’Istituto storico di Modena e dal Laboratorio sui movimenti degli anni Settanta di Modena insieme al Centro Studi Movimenti di Parma e in collaborazione con la Rete degli istituti storici dell’Emilia Romagna. L’incontro si proponeva di fornire elementi per una riflessione di carattere metodologico e interpretativo e avviare una collaborazione tra enti e gruppi di ricerca operanti in regione per individuare le specificità del “lungo Sessantotto” in Emilia Romagna.

La prima parte del seminario, aperto da Alberto Molinari del Laboratorio sui movimenti degli anni Settanta, è stata coordinata da Marica Tolomelli (Università di Bologna), che ha illustrato le prime ipotesi dell’Insmli per un progetto sul cinquantesimo del Sessantotto. Hanno partecipato a questa prima fase, con brevi comunicazioni riguardanti soprattutto lo stato dell’arte, Mirco Carrattieri (Istituto storico di Reggio Emilia), Federico Morgagni (Istituto storico di Forlì-Cesena), Paola Nava (Le Nove Studi e Ricerche sociali) ed Elena Valdini (Istituto storico di Piacenza).

Dalle relazioni sono emerse tanto le originalità locali – a partire dal ruolo predominante che ebbe il Pci nel contesto modenese e reggiano nel corso degli anni Sessanta e Settanta, diversamente da quello piacentino dove a essere significativo fu il ruolo svolto dal Psiup e dal gruppo di “Quaderni Piacentini” – quanto spunti su cui lavorare in maniera più sistematica, a prescindere dalle singolarità. Il particolare tessuto sociale e industriale emiliano-romagnolo può favorire, ad esempio, l’approfondimento di una prospettiva di genere nell’approcciarsi al “Sessantotto lungo la via Emilia”: i dati relativi alla maggiore presenza femminile nella scuola secondaria negli anni Sessanta e Settanta rispetto alle Università, o quelli che riguardano l’occupazione femminile nelle industrie della regione, offrono una pista d’analisi alternativa capace di fotografare la realtà regionale nel suo complesso.

Alla seconda sessione, coordinata da Alessandro Bellassai (Università di Bologna) sono intervenuti Fabrizio Billi (Archivio storico della Nuova sinistra Marco Pezzi di Bologna), William Gambetta (Centro studi movimenti di Parma), Marco Minardi (Istituto storico di Parma), Giuseppina Vitale e Matteo Montaguti (Laboratorio sui movimenti degli anni Settanta di Modena).

A partire dalle numerose sollecitazioni discusse nella prima parte del seminario, i relatori hanno presentato i singoli casi locali dando conto dei contesti e delle pratiche del conflitto nei diversi territori e sottolineando le problematicità e le lacune storiografiche ancora esistenti su questi temi a livello locale. Da questa sessione è emersa la persistenza di una conflittualità che a partire dal ’68 si estese a tutto il decennio successivo coinvolgendo diversi soggetti sociali, dagli operai agli studenti, dalle donne ai cattolici di base, assumendo una fisionomia complessa, rivelatrice di un’epoca e non riconducibile esclusivamente alla riduttiva definizione degli “anni di piombo”. Tra gli interventi è da segnalare anche quello di Cinzia Venturoli che, ricordando la presenza in Emilia Romagna degli studenti greci, cileni, palestinesi e iraniani a partire dagli anni Sessanta, ha evidenziato la questione dell’antifascismo militante che accomunava i movimenti e le istituzioni in un attività di sostegno e di solidarietà agli esuli politici e alle loro cause.

Il seminario ha messo in luce diverse questioni interpretative – i problemi di periodizzazione, il rapporto tra locale e nazionale, la comparazione tra casi locali, le questioni di genere, l’emergere delle controculture, il ruolo delle riviste, il tema della violenza politica, il continuum della cultura antifascista – che andranno approfondite attraverso altre iniziative realizzate dai singoli istituti e in rete. Dall’incontro è emersa l’intenzione di proseguire in un percorso di confronto e di ricerca per sviluppare in una dimensione comparata alcuni temi discussi nel seminario e altri che verranno precisati, anche in relazione alle prossime scadenze legate al calendario della memoria (come il quarantesimo del 1977 o il cinquantesimo del 1968).