La Bundeszentrale für politische Bildung-bpb [Centro federale per la formazione politica] in cooperazione con il Teatro Maxim Gorki di Berlino ha organizzato per l'intero mese di maggio presso il teatro stesso un festival della storia dedicato alla prima guerra mondiale: Europe 14|14.

Quasi un hashtag dell’iniziativa è il motto inglese «Look back, think forward», che precede il sottotitolo A 100 anni dalla Prima guerra mondiale. Il Festival della storia 14|14 ambisce infatti – scrivono gli organizzatori – a fare di Berlino il campus europeo per uno sguardo comune rivolto «all’indietro, ma verso il futuro». Al centro della scena, come nucleo centrale del festival ha avuto luogo dal 7 all’11 maggio 2014 negli spazi del teatro Maxim Gorki un HistoryCampus: l'incontro fra 380 persone intervenute da 40 paesi per discutere del significato della Prima guerra mondiale nel passato e nel presente. Cos’ha la Prima guerra mondiale a che fare con la nostra identità, la nostra nazione, con l’Europa oggi? Un’ampia offerta di workshop ha così aperto a giovani fra i 18 e i 25 anni provenienti da tutt’Europa inconsuete prospettive sul tema in agenda.

Un’altra traccia del programma – l’OpenCampus – offre all'interno del festival un programma culturale più ampio, con numerose iniziative e highlights culturali sparsi in tutta la città per quattro settimane. In collaborazione con artisti di fama, il teatro Maxim Gorki realizza diverse performance sulla situazione politica e culturale del 1914 e sulla sua attualità per il nostro presente. Cent’anni, in quattro settimane, in una città. Nella città intera, cioè anche all’esterno del campus del festival, avranno luogo numerose iniziative organizzate da istituzioni della capitale federale per offrire, attraverso tecniche diverse, modi per comprendere il tema della Prima guerra mondiale. I cittadini sono infatti invitati a prendere parte a circoli di discussione, performance, concerti, visite guidate di Berlino ed esposizioni.

[[figure caption="Locandina del festival 14|14" align="right"]]articles/media/60/zamagni_2014_01.jpg[[/figure]]La Bundeszentrale für politische Bildung ha progettato il festival assieme alla Fondazione Körber e alla Fondazione Robert Bosch, in collaborazione con il teatro Maxim Gorki e numerosi altri partner. La Kulturstiftung des Bundes [Fondazione culturale della Federazione] è a sua volta partner in cooperazione per l’OpenCampus. Finanziatore del festival è il Ministero federale per la famiglia, gli anziani, le donne e la gioventù. Lo scopo dell’organizzazione di Europe 14|14 è di inaugurare nuove prospettive sulla Prima guerra mondiale, la sua ricezione e il suo significato per l’Europa di oggi.

Una seconda iniziativa – organizzata sempre a Berlino – dal titolo Der Erste Weltkrieg. Das Ende des alten Europa? [La prima guerra mondiale. La fine della vecchia Europa?] è stata curata invece da Birgit Aschmann, docente di Storia europea del XIX secolo all’Università von Humboldt. Nel programma del ciclo di lezioni offerte la Prima guerra mondiale è rappresentata come una cesura: è il tramonto della «vecchia Europa» e la «protocatastrofe del XX secolo», le cui conseguenze hanno modellato in profondità il secolo successivo e hanno in parte effetti a tutt’oggi. Con il centenario dell’inizio della Prima guerra mondiale nel 2014 non solo la politica e l’opinione pubblica di diverse nazioni, ma anzitutto gli storiografi devono scandagliare nuovamente la Prima guerra mondiale con i propri strumenti di comprensione. Indizio di questa rinnovata attenzione sono le numerose pubblicazioni che attualmente vengono edite in Germania su questo tema. I docenti dell’Istituto di scienze storiche dell’Università von Humboldt di Berlino hanno colto questa necessità di orientamento della società attuale e la mutata situazione della ricerca come occasione per riflettere assieme sulle molteplici conseguenze della Prima guerra mondiale all’interno dell’Europa. Per effetto dell’orientamento europeo dell’Istituto di scienze storiche, il fuoco dell’attenzione dell'iniziativa è centrato sugli sviluppi interni all’Europa, il che naturalmente non significa non sia stato tenuto in debito conto anche il significato che la dimensione globale della guerra ha per il continente.

Accanto a domande sulle cause e le conseguenze del conflitto, in primo piano verranno nuovamente a trovarsi – oltre ai radicali cambiamenti e le continuità nella sfera politica – la società, l’economia e la scienza. In questo senso, attraverso questo ciclo di lezioni, viene riproposta una domanda di fondo: in che misura la Prima guerra mondiale fu la cesura principale che concluse l’«epoca borghese», aprendo un nuovo capitolo nella storia europea? L’insieme dei singoli contributi, che hanno origine dagli specifici interessi di ricerca e oggetti d’indagine dei relatori, ambisce a tratteggiare attraverso le molte e differenti prospettive presentate una (eterogenea) immagine complessiva, che – pur senza alcuna pretesa di completezza – sia all’altezza delle dimensioni della guerra totale. Le lezioni, presentate tutte in lingua tedesca, hanno avuto inizio il 15 aprile scorso, con un intervento di benvenuto di Jan-Hendrik Olbertz e un contributo di Herfried Münkler dal titolo Imparare il politico dalla Prima guerra mondiale. Per gli incontri a seguire la strutturazione del calendario è la seguente:

  • 22 aprile: Claudia Bruns, Corpi contesi del politico: discorsi di genere e discorsi di razza alla fine dell’impero
  • 29 aprile: Martin Sabrow, La prima guerra mondiale nella svolta della cultura della memoria
  • 6 maggio: Hannes Grandits, La questione balcanica e l’attentato di Sarajevo
  • 13 maggio: Anke te Heesen, Fronte patriottico e carta – sulle collezioni di guerra nella prima guerra mondiale
  • 20 maggio: Alexander Nützenadel, Una guerra globale? La prima guerra mondiale e l’economia mondiale
  • 27 maggio: Andreas Eckert, La guerra degli altri: l’Africa e la prima guerra mondiale
  • 3 giugno: Thomas Mergel, Città nella prima guerra mondiale
  • 10 giugno: Birgit Aschmann, O mio Dio. I cattolici e la guerra 
  • 17 giugno: Gabriele Metzler, Eroi caduti e madri in lutto. Culture del ricordo in Europa dopo la prima guerra mondiale
  • 24 giugno: Wilfried Nippel, La guerra mondiale e i rapporti scientifici internazionali
  • 1 luglio: Thomas Beddies, Sconfitta e rivoluzione: conseguenze della guerra e superamento della guerra dal punto di vista psichiatrico
  • 8 luglio: Jörg Baberowski, Guerra e rivoluzione in Russia 1914-1924
  • 15 luglio: Michael Wildt, Caduta e rivoluzione. La fine della guerra 1918-1919