Si è appena conclusa a Ferrara la quinta edizione della Festa del libro ebraico in Italia (dal 26 aprile al 1° maggio), promossa dalla Fondazione museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah (Meis), con il supporto organizzativo di Ferrara Fiere Congressi e il patrocinio del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia e del Comune di Ferrara, dell’Università degli Studi di Ferrara, dell’Unione delle comunità ebraiche italiane e della Comunità ebraica di Ferrara. Numerosi sono gli eventi ai quali hanno dato il loro contributo altre associazioni o organizzazioni, come l’Istituto di storia contemporanea di Ferrara (Isco), che anche nelle edizioni precedenti non aveva mancato di dare il proprio supporto a svariate iniziative. Il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, pur essendo ancora in fase di evoluzione, si pone come un “laboratorio culturale dinamico”: l’istituzione del museo, infatti, è operante a Ferrara dal 2008 e da allora si è adoperata al fine di promuovere manifestazioni e iniziative dal tema ebraico. La costruzione del museo (voluta per testimoniare la costante e diffusa presenza della comunità ebraica sul suolo italiano) non è ancora giunta al suo termine, infatti per il momento solo una parte delle ex carceri di Ferrara di via Piangipane sono state ristrutturate per ospitarne la sede, ciononostante la Fondazione Meis si adopera in maniera costante per far conoscere la storia, il pensiero e la cultura dell’ebraismo.
La Festa del libro ebraico in Italia, istituita per la prima volta nella primavera del 2010, si è affermata ormai come un appuntamento decisamente atteso nel panorama culturale sia ferrarese che italiano, ma dal respiro anche internazionale. Infatti, si propone «come un momento di condivisione della cultura ebraica italiana attraverso il racconto della storia di una minoranza che, da sempre, è legata da una relazione attiva e indissolubile con l’Italia e che continua ad animare la vita culturale, civile, sociale ed economica del Paese».
Perno centrale della manifestazione è il rapporto esistente fra il mondo ebraico e la sfera del libro: il tema dell’ebraismo non è più solo oggetto di scrittura da parte di grandi nomi della letteratura del ’900, ma è diventato “soggetto” di dibattiti e studi, divenendo perciò una presenza molto diffusa e costante nella stessa società.
Le varie edizioni del festival sono state caratterizzate da concerti, spettacoli teatrali, tavole rotonde, presentazioni di libri, percorsi nella cucina kosher, mostre e itinerari attraverso i luoghi della Ferrara ebraica. Caratteristica peculiare è anche la grande libreria “aperta” ricca di libri di autori ebrei o di tema ebraico disponibile per tutta la durata della Festa, che negli anni si è sviluppata sempre più passando dai 1.500 volumi ospitati nella prima edizione ai 5.000 presenti quest’anno.
L’Istituto di storia contemporanea ha collaborato col Meis già nelle edizioni passate della festa, come durante la terza edizione (2012) per la realizzazione della mostra “Che bel romanzo!” Bassani e il Giardino dei Finzi-Contini attraverso un mosaico di immagini e parole tratte da quotidiani, periodici e riviste del 1962, che celebrava i 50 anni dalla pubblicazione del libro Il Giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, il celebre autore ferrarese. Anche durante l’edizione 2013, l’Isco aveva partecipato in collaborazione col Meis ad alcune iniziative: avevano preso parte ad una importante tavola rotonda sul tema della partecipazione degli ebrei alla Resistenza alcuni ricercatori dell’istituto apportando un contributo storico-scentifico degno di nota; la direttrice dell’istituto, Anna Quarzi, aveva coordinato l’incontro Ferrara Ebraica: storia e vita nei lavori di Paolo Ravenna, eminente figura ebraica e di spicco della realtà ferrarese; inoltre, era anche stato presentato il volume, pubblicato dall’istituto e curato dal professor Renato Camurri (Università di Verona), Max Ascoli. Antifascista, intellettuale, giornalista (Franco Angeli, Roma, 2012).
L’edizione di quest’anno della festa ha avuto diversi eventi di rilievo: è stata per esempio la volta della quarta Notte bianca ebraica, momento di richiamo decisamente suggestivo, dove si sono susseguiti un concerto, uno spettacolo teatrale e una passeggiata tra i luoghi e le storie della Ferrara ebraica, concludendosi degustazioni di sapori di ispirazione ebraico-ferrarese.
Si è svolta anche la terza edizione del “Premio di cultura ebraica Pardes”: istituito dalla Fondazione Meis per valorizzare e diffondere la conoscenza della cultura e della tradizione ebraiche in Italia e in Europa, la premiazione si è svolta domenica 27 aprile ed è stato assegnato alla scrittrice israeliana Lizzie Doron per la sezione letteratura, al Direttore del Tg La7, Enrico Mentana, come riconoscimento alla carriera, e all’attore Gioele Dix per la saggistica.
Come ogni anno, la Festa del libro ebraico ha ospitato anche una mostra: quest’anno è stata la volta di Vita, colore, fiabe. Il mondo ebraico di Emanuele Luzzati, curata da Sergio Noberini (Museo Luzzati, Genova) e Michela Zanon (Comitato scientifico della Fondazione Meis). Emanuele Luzzati, genovese, è stato un importantissimo scenografo e illustratore, capace di modellare con incredibile maestria ogni sorta di materiale per comporre le sue opere. Giorgio Strehler aveva definito così le sue opere: «di fronte alle sue scenografie si ha quasi sempre l'impressione di finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno»1. L’inaugurazione si è svolta sempre domenica 27, presso la sede del Meis (in via Piangipane, 81). L’esposizione proseguirà fino alla fine del mese di luglio e ripercorre i temi ebraici cari a Luzzati in diversi campi della rappresentazione artistica: egli ha saputo esporre in maniera energica e con vigore, attraverso una dimensione fiabesca, i momenti salienti della quotidianità della vita ebraica.
Anche quest’anno l’Isco ha apportato il suo contributo per alcune iniziative: è stata la volta dell’incontro tenutosi nel pomeriggio di domenica 27 presso il Chiostro di San Paolo Yom Ha Shoah: il dopo Shoah (in collaborazione con Comunità ebraica di Ferrara e Meis), moderato dalla direttrice dell’Istituto di storia contemporanea Anna Quarzi e a cui hanno partecipato come relatori Luca Alessandrini (Direttore dell’Istituto per la storia e le memorie del ’900 - Parri), Alberto Cavaglion (Università di Firenze), Rav. Luciano Caro (Rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara); Marcello Pezzetti (Direttore scientifico del Museo della Shoah di Roma). Lo Yom Ha Shoah è il giorno in cui si ricorda lo sterminio e l’annientamento del popolo ebraico durante la Seconda guerra mondiale. Gli eventi in programma a esso legati (come il dibattito sopracitato, ma anche incontri con autori e un reading concerto) hanno voluto favorire «la conoscenza e il ricordo di una tragedia che deve servire da monito perché nulla di simile accada mai più». Il tema del “ritorno”, cioè quello che è avvenuto “dopo” la Shoah a chi vi è sopravvissuto, è stato per il momento poco affrontato, come anche quello della memoria che sopravviverà ai testimoni: oggi ancora possiamo contare sui racconti diretti dei pochi sopravvissuti, ma il futuro dopo di loro? È in questa ottica che si vuole citare anche l’interessantissimo volume, a cura di Marta Baiardi e Alberto Cavaglion, Dopo i testimoni (Viella, Roma, 2014).
Un altro significativo incontro con l’autore si è tenuto mercoledì 30 aprile con Corrado Israel De Benedetti che dopo tanti anni tornava a Ferrara. De Benedetti ha presentato il suo ultimo libro Un amore impossibile nella bufera (Claudiana, Torino, 2013). Direttore dell’Archivio Kibbutz Ruchama, De Benedetti si è trasferito in Israele nel dopoguerra. Nel 1943 era un ragazzo di 16 anni quando fu arrestato nella notte fra il 13 e 14 novembre, come rappresaglia contro l’uccisione dell’allora Federale fascista di Ferrara, Igino Ghisellini, insieme a tanti esponenti della comunità ebraica ferrarese e altri oppositori politici del regime fascista.
Questa quinta edizione della Festa del libro ebraico in Italia è stata ricca di eventi culturali, che hanno animato ancora una volta la città di Ferrara e hanno richiamato migliaia di persone, rendendo protagonista per sei giorni di festa il mondo ebraico e il libro.