Sfida ambiziosa tenere insieme le suggestioni della narrazione e il rigore della ricerca storica. Il libro Di guerra e di genti. 100 racconti della Linea Gotica (a cura di Andrea Marchi, Gabriele Ronchetti e Massimo Turchi per le edizioni Pendragon) la affronta trasportando il lettore sul fronte italiano del secondo conflitto mondiale, in quella striscia di territorio su cui l’esercito tedesco, tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945, si attestò nel tentativo di fermare l’avanzata alleata verso il nord della Penisola.

La Linea Gotica, collocata inizialmente tra La Spezia e Pesaro e poi adattata continuamente secondo l’evoluzione dello scontro bellico, è il palcoscenico su cui si alternano i protagonisti di quest’opera.

Grazie ai brevi racconti che compongono il volume seguiamo le vicende di uomini e donne normalmente trascurati dai libri dedicati a strategie militari e decisioni politiche che cambiano i destini di una comunità. Il militare e il civile, la vittima e il carnefice, il partigiano e il fascista si muovono rapidi nel libro, bastano poche pagine per tracciare una biografia che merita di essere conosciuta. Leggere più racconti in rapida sequenza permette di avvicinarsi alla cruda realtà della guerra nelle sue tante sfaccettature, da punti di vista mai banali. I soldati alleati e tedeschi, ad esempio, non vivono solo nella dimensione dello scontro armato, vengono seguiti anche nella vita “borghese”, prima e dopo il conflitto.

Il sergente nippo-americano George Akiyama, decorato dall’esercito statunitense per aver espugnato una postazione tedesca sulle Alpi Apuane, al ritorno in Oregon dopo la guerra viene minacciato di morte dal suo barbiere che lo considera comunque un jap, un nemico giapponese. Ernstel Jünger, figlio dello scrittore e filosofo tedesco Ernst Jünger, viene ucciso dai partigiani durante una operazione di rastrellamento: era stato mandato sul fronte italiano per punizione, dopo aver manifestato opinioni antinaziste in patria.

Un libro lontano dalle certezze ideologiche e che accende i riflettori sui chiaroscuri che, inevitabilmente, caratterizzarono la condotta di tanti in quella pagina di storia.

La guerra senza quartiere tra partigiani e fascisti coinvolge (o travolge) i giovani, il momento della scelta di campo è condizionato da tanti fattori, idee e convinzioni certo, ma anche circostanze fortuite. Il diciottenne Carlo Venturi, fermamente deciso ad arruolarsi nella Resistenza, parte da Casalecchio e raggiunge a piedi la zona dell’Appennino bolognese presidiata dalla brigata Stella rossa dove si scontra con l’iniziale diffidenza dei partigiani. Il coetaneo Federico Forbicini, invece, si stava recando alla biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna per studiare quando viene fermato da militi della Guardia nazionale repubblicana e costretto ad arruolarsi in una milizia della Repubblica sociale italiana.

Gli snodi tra estraneità e partecipazione alla contesa sono tra i passaggi più coinvolgenti nei racconti: il lettore vive il bivio della decisione con il protagonista e ne comprende le ragioni, senza necessariamente condividerle. Aspetti tragici, grotteschi e talvolta comici contribuiscono alla composizione di un mosaico dalle innumerevoli sfumature. Così due amici romani, un fascista della X Mas e un soldato del gruppo di combattimento Cremona, si ritrovano su fronti opposti a ridosso del fiume Senio, ignorando l’identità dell’altro. Inizialmente tra i due volano insulti da una trincea all’altra: «sor cacamesotto», «burino». Dopo essersi riconosciuti, la prima domanda gridata a distanza riguarda la scelta di campo: «Sei proprio tu... Ma che ce fai da quella parte?», «T’ho riconosciuto pure io ... Ma che ce fai tu da quella parte?».

Al termine del conflitto, le cicatrici della guerra solcano il corpo di un paese tenuto sotto chiave per anni da un regime reazionario. La modernizzazione si farà largo, anche con accelerazioni repentine; ma la storia di Silvana Galli, costretta a lottare per tutta la vita in difesa del suo amore per un soldato afroamericano e per il figlio nato da quella relazione, dimostrano che pregiudizi e razzismo sono duri a morire.

Cento racconti che parlano di guerra gettando, allo stesso tempo, uno sguardo sul dopoguerra. Le mappe presenti nel libro, la bibliografia e la sitografia sono punti di riferimento per il lettore che desidera approfondire una biografia o un episodio. Per mettersi in cammino sulle tracce della Linea Gotica e dell’Italia del Novecento ecco un nuovo, prezioso strumento.


L’immagine chiave dell’articolo, raffigurante uno scatto realizzato dalle truppe alleate il 16 ottobre 1944 nel territorio di Granaglione, è tratta dal fondo National Archive, Archivio Istituto storico Parri.