1. La scuola Aiso nel paesaggio: contesti, temi e percorsi

L’Associazione italiana di storia orale (Aiso) ha organizzato e svolto, nelle giornate del 1-2-3 luglio 2022, la sua seconda scuola nel paesaggio di Fanano e Sestola [1]. Con il titolo Passaggi di frontiera: costruire archivi orali tra storia e mobilità, la seconda edizione promossa nel contesto territoriale fananese e sestolese ha costituito un momento di conoscenza e riflessione sui metodi e le procedure della storia orale unitamente all’esplorazione del passato locale, declinato nei temi della lotta partigiana e delle storie di emigrazione delle genti emiliane. Specifica attenzione è stata inoltre data al valore pratico che le risorse digitali rivestono nella costruzione di archivi di fonti orali e una loro restituzione in chiave public.

Alternando momenti di dibattito con esperti della disciplina a momenti applicativi di dialogo e intervista con i mediatori del paesaggio, la scuola Aiso ha offerto la possibilità di costruire percorsi di “geoesplorazione” collocati in un ambiente, ponendo l’accento proprio sulla categoria stessa di “paesaggio” con cui si fa specifico riferimento alle portate storica e memoriale che completano un contesto geografico. Il “paesaggio” costituisce pertanto uno spazio dotato di significato, nel quale lo storico si muove, osserva e raccoglie informazioni dialogando con le persone che, legate a tale tessuto territoriale, ne mediano la memoria e la cultura. Da qui, il conseguente valore della ricerca geostorica [Canovi 2009a] e della storia orale, andando a definire un più esteso quadro epistemologico e metodologico della disciplina relativo alle pratiche di realizzazione, conservazione, gestione e analisi della fonti orali tratte dall’interlocuzione diretta con i mediatori del e nel paesaggio [Bonomo 2013].

Fig. 1. Il paesaggio appenninico in cui si è svolta la scuola Aiso: veduta dall’alto della rocca di Sestola [foto Francesco Bignardi Baracchi, 2022].
Fig. 1. Il paesaggio appenninico in cui si è svolta la scuola Aiso: veduta dall’alto della rocca di Sestola [foto Francesco Bignardi Baracchi, 2022].

Riflettendo sui diversi elementi tanto teorici quanto metodologici posti al centro dell’esperienza e ricondotti a tale quadro disciplinare, si darà di seguito illustrazione dei momenti e degli aspetti tematici che hanno caratterizzato le tre giornate della seconda scuola Aiso nel paesaggio di Fanano e Sestola.

2. Raccogliere voci e ascoltare il paesaggio: la prima giornata

Il dibattito sulle fonti orali è aperto, nella prima giornata della scuola Aiso, con l’illustrazione del progetto Archivio delle Voci, un lavoro coautoriale di valorizzazione digitale di interviste, unitamente a un momento applicativo di esplorazione e di intervista presso la Rocca di Sestola.

L’Archivio delle Voci [2] è il risultato di un percorso di sistemazione e valorizzazione di 40 interviste a partigiani e partigiane raccolte tra il 2000 e il 2003 da un gruppo di intervistatori dell’Anpi di Fanano e Sestola. L’illustrazione degli aspetti operativi alla base delle azioni di indicizzazione e disposizione delle interviste, nonché al centro della scelta di inserire l’Archivio così costituito nel portale dell’Associazione Linea Gotica-Officina della Memoria, permette di cogliere un primo modello funzionale che risponde alla necessità di archiviazione delle fonti orali e una loro digitalizzazione nell’ottica della restituzione open source, nonché di rintracciare le principali questioni teoriche e pratiche al centro della loro creazione e gestione.

Proprio il momento applicativo sul campo permette un approfondimento delle procedure operative alla base del percorso di realizzazione delle fonti orali, nonché un preliminare incontro con il paesaggio appenninico e le personalità locali. Presso la rocca di Sestola, avvalendosi della mediazione storica e culturale del prof. Mario Bartoli dell’Associazione E’Scamadul [3], il gruppo dei partecipanti della scuola Aiso ha così la possibilità di abbracciare, con uno sguardo d’insieme dall’alto della torre, i territori che compongono la zona, prestando ascolto alle ricostruzioni storiche di Giuliano Zanaglia (Anpi Fanano) incentrate in particolare sulle donne partigiane e, nello specifico, sulla figura del commissario Irma Marchiani, vittima dei nazisti nel novembre del 1944 a Pavullo [Degli Esposti 2015]. Incentrato su tematiche più recenti è invece il successivo esercizio di dialogo-intervista a Vittorio Merlini, importante membro della comunità sestolese e «costruttore di pace»: portando a testimonianza la sua personale esperienza legata ai percorsi di tutela della pace e di gestione dei conflitti, che individua nella rocca di Sestola il proprio “paesaggio” simbolico – da qui il nome della sua associazione: “Rocca di pace” –, Merlini condivide con il gruppo della scuola il suo personale racconto intrecciando informazioni biografiche a contenuti di pensiero che hanno mosso e guidato il suo collettivo nel lavoro di promozione sociale [Merlini 2020]. L’intervista-dialogo che ne risulta rappresenta dunque un primo momento di confronto con le operazioni pratiche del lavoro “sul campo” di interlocuzione col testimone.

Fig. 2. Veduta dall’alto della torre della rocca di Sestola [foto Alessandra Mascarucci, 2022].
Fig. 2. Veduta dall’alto della torre della rocca di Sestola [foto Alessandra Mascarucci, 2022].

Facendo così emergere diversi aspetti teorici e operativi del percorso di costruzione, di gestione e di interrogazione della fonte di tipologia orale, andando a toccare questioni di rilievo quali la necessità della trascrizione e il rapporto con l’intervistato, questo insieme di elementi incontra una prima riflessione a più voci nella tavola rotonda che chiude la prima giornata, in cui viene inoltre intessuto un iniziale confronto sull’impiego delle pratiche della storia orale nello studio del fenomeno migratorio.

3. Preservare le voci e narrare le migrazioni: la seconda giornata

Il rilievo assunto proprio dalla ricerca storica orale impegnata nell’indagine sulle migrazioni – tema al centro della seconda giornata della scuola Aiso – è facilmente indicato dalla diversità di approcci e soluzioni individuati in percorsi di ampia portata dedicati all’argomento. Il Progetto Ithaca, in particolare, permette di cogliere la centralità delle questioni anche di ordine tecnico implicati dagli archivi digitali di fonti orali. Esso riunisce studiosi e professionisti di diversi ambiti e paesi [4], impegnati nella realizzazione di una piattaforma digitale e di una serie di risorse che, connettendo tra loro più archivi riguardanti narrazioni di e su migranti, possano promuovere l’esame del fenomeno migratorio in diverse chiavi analitiche, compresa quella storica. A rendere ancor più evidenza degli aspetti metodologici e teorici implicati da una ricerca interdisciplinare mirata alla connessione semantica tra più archivi e rivolta all’analisi del fenomeno in oggetto, è l’antropologo Gianluca Gatta dell’Archivio delle memorie migranti [5], il quale riflette sulla propria personale esperienza di ricerca ed esamina alcuni elementi chiave dello stesso Progetto Ithaca. Di particolare interesse è la lettura delle categorie alla base del rapporto dialogico col migrante: la narrazione è frutto di un cambio di paradigma che, dal semplice «dare voce», passa a una pratica incentrata sul «dare ascolto», ponendo così intervistato e intervistatore in una dinamica interlocutoria dall’ampio rilievo ermeneutico. Ne risulta un sistema di narrazioni che implicano scelte operative di gestione e di analisi specifiche, ben esemplificato dal lavoro che da anni l’Archivio delle memorie migranti porta avanti con progetti laboratoriali e incardinati sulla promozione audiovisiva.

Fig. 3. Lungo il sentiero dalla rocca di Sestola al centro della città [foto Alessandra Mascarucci, 2022].
Fig. 3. Lungo il sentiero dalla rocca di Sestola al centro della città [foto Alessandra Mascarucci, 2022].

Proprio la natura orale delle fonti interessate sollecita un approfondimento dei modelli operativi alla loro base: portando come esempio l’Archivio orale della Biblioteca provinciale italiana Claudia Augusta di Bolzano [6], presso cui opera, Patrick Urru (Aiso) avanza uno “sguardo allargato” sulle fonti interessate, mai riducibili alla mera traccia audio in quanto documenti compositi e in cui devono trovare spazio trascrizioni, correzioni, annotazioni e tutti gli elementi correlativi di carattere tecnico, legale e meramente storiografico, ben segnalati dal Vademecum promosso dal Coordinamento per le fonti orali del 2021 [7]. Si tratta di aspetti pratici in grado di rispettare la complessità della fonte orale nella ricerca storica e su cui tornano, con un’accurata riflessione, anche Ilaria Cansella e Elena Vellati, rispettivamente direttrice e archivista dell’Istituto storico grossetano, inerentemente al loro progetto Storie portate dal vento e dal mare [8]: esito di un lavoro multidisciplinare, esso ha visto la raccolta e l’indicizzazione di più di 400 documenti testuali e tattili realizzati dai migranti all’interno dei laboratori del Centro d’accoglienza della Rugginosa di Grosseto. Il rilievo di tale progetto è segnato proprio dalla diversità delle metodologie archivistiche e di analisi messi in opera, capaci di mantenere da un lato lo sguardo sulla poliedricità del racconto migratorio e, dall’altro, l’approccio restitutivo basato su un’ottica open source del relativo archivio digitale.

Fig. 4. Gianluca Gatta interviene sul progetto Ithaca [foto Alessandra Mascarucci, 2022].
Fig. 4. Gianluca Gatta interviene sul progetto Ithaca [foto Alessandra Mascarucci, 2022].

Al valore del racconto migratorio è interessato pure lo storico Gabriele Proglio che porta all’attenzione la propria esperienza di ricerca nella zona transfrontaliera di Ventimiglia [Proglio 2020]. La sua riflessione richiama le categorie alla base del lavoro di dialogo e raccolta delle testimonianze dei migranti che hanno caratterizzato l’indagine condotta, tra le quali il “dispositivo del confine” che passa a trasformare un limite in vero e proprio paesaggio di mobilità, dotato di elementi visuali da integrare alla narrazione e dunque alla fonte orale, così come la stessa dimensione psicologica dell’intervistato che implica, di rimando, un esercizio di empatia da parte dello storico orale [Proglio 2018].

Elementi diversi di ordine teorico sulla ricerca delle fonti orali applicate al tema migratorio e di ordine tecnico riguardanti la costruzione di archivi orali hanno dunque trovato una serie di strategie implicanti la dimensione digitale. Due sono i progetti portati in esame al fine di illustrare soluzioni non meno funzionali su tale fronte: da un lato, l’Archivio delle fonti orali (Afor) che, unendo interviste realizzate dall’Associazione Amigdala nel Villaggio artigiano di Modena Ovest [9], vuole promuovere percorsi di ricerca storica e progetti sociali dal forte taglio artistico; dall’altro, la piattaforma Lodovico del sistema Mlol [10] che, attraverso la costruzione di reti semantiche tra archivi digitali afferenti a diversi enti culturali, consente la creazione di itinerari individualizzati di ricerca, esplorazione e consultazione.

Questa estesa parte della seconda giornata di scuola Aiso ha dunque permesso di chiarire non poche questioni nodali, tanto tecniche quanto semantiche, della storia orale impegnata nella ricerca sulle migrazioni e nella creazione di archivi orali in chiave digital. Il successivo momento di lavoro “sul campo” costituisce l’occasione di osservare ulteriori elementi applicativi della disciplina e contesti tematici del paesaggio locale. La località di Trignano sollecita nello specifico la riflessione sulla migrazione emiliana: la figura del fananese Felice Pedroni (1858-1910), emigrante in Alaska alla ricerca di oro, innesca un dialogo tra Antonio Canovi, Alessandro Gherardini (Anpi Fanano) e il gruppo della scuola Aiso sugli aspetti storici e sociologici delle diverse esperienze di emigrazione delle genti del modenese, tra le quali spicca il caso della comunità di Capitán Pastene in Cile, costituita in origine da famiglie del Frignano [11]. La tematica, su cui la ricerca storica orale ha già portato rilevanti risultati [Canovi 2009b], è ora meglio inquadrata attraverso le diverse chiavi di riflessione sviluppate durante le fasi di dibattito della seconda giornata di lavoro della scuola Aiso, da cui emerge un più definito modello applicativo della disciplina storica orale.

4. Narrazioni nel bosco e monumenti vegetali: la terza giornata

Costituendo il momento conclusivo di esperienza e di riflessione sul lavoro di ascolto del testimone, la terza giornata della scuola Aiso si è svolta presso Fellicarolo, frazione fananese immersa nel bosco, con la raccolta della voce del signor Oberdan Melotti. Da tempo attento al valore del territorio, Melotti ha dato realizzazione a un parco aperto al pubblico in cui ha disposto una serie di creazioni scultoree in legno e pietra. In una delle aree verdi ne è situata una del tutto particolare, costituita dalla sezione superiore di un enorme esemplare di pioppo nero abbattuto a Ganaceto nel 2010. Melotti ha deciso di portare il «mastodonte» nel suo parco e di trasformalo in un simbolo carico di un messaggio sociale ed ecologico: il primo è dato dal valore memoriale che il pioppo conserva, essendo proprio l’albero al quale i nazisti, il 20 agosto 1944, impiccarono quattro detenuti in seguito a una sommossa contro alcuni soldati tedeschi avvenuta il giorno precedente [Degli Esposti 2016]; il secondo messaggio è frutto del lavoro che Melotti porta avanti da anni, promuovendo percorsi di valorizzazione degli elementi e dei paesaggi naturali. È proprio in relazione a essi che emerge, nell’intervista, l’aspetto forse più interessante, il modo di antropomorfizzare tali elementi, considerare l’albero un essere senziente, chiamarlo «lui, il vecchione» («ogni tanto passo, lo saluto»), manifestando una personale visione del rapporto tra uomo e natura privo di divergenze assiologiche.

Fig. 5. Il gruppo della scuola Aiso presso casa Barducca, Fellicarolo [foto Alessandra Mascarucci, 2022].
Fig. 5. Il gruppo della scuola Aiso presso casa Barducca, Fellicarolo [foto Alessandra Mascarucci, 2022].

Quello dell’ascolto del testimone, con un’attenzione dedicata alla sua portata soggettiva, è l’aspetto pratico che riporta al confronto dello storico orale con il mediatore nel paesaggio, l’apertura al punto di vista dell’altro, veicolato da gesti, atteggiamenti vocali e scelte linguistiche capaci dunque di unire nella testimonianza più valori narrativi. Trovando una conferma ulteriore pure nel momento conclusivo di ascolto presso l’area boschiva di casa Barducca, in cui viene raccolto il racconto di Alessandro Gherardini riguardo ai fatti bellici di Fellicarolo dell’agosto 1944 [Turchi 2016], essi sono elementi che meglio chiariscono la pratica all’origine del percorso di costituzione della fonte orale.

La scuola Aiso, chiamando dunque a confrontarsi, a interrogarsi e a sperimentare direttamente all’interno di un simile composito percorso, ha costituito l’occasione di esplorare e sfaccettare i temi centrali della disciplina storica orale. Partendo proprio dal problema delle fonti e delle procedure di valorizzazione finalizzate a percorsi di ricerca aperti a sempre nuovi interrogativi, ha reso evidenti tanto la multidisciplinarietà del contesto d’azione, come è stato ben esemplificato dallo studio del fenomeno migratorio, quanto le opportunità date dagli strumenti tecnologici e digitali con cui lo storico orale è chiamato a misurarsi.

Bibliografia

  • Bonomo 2013
    Bruno Bonomo, Voci della memoria. L’uso delle fonti orali nella ricerca storica, Roma, Carocci, 2013.
  • Busi 2012
    Claudio Busi, Felice Pedroni alias Felix Pedro. Un italiano alla scoperta dell’oro dell’Alaska, Bologna, Pendragon, 2012.
  • Canovi 2009a
    Antonio Canovi, Pensare nella territorialità, abitare il paesaggio: introduzione alla Geostoria, in Fare geostoria nel tempo presente, a cura di Antonio Canovi, Lorena Mussini, Sandra Palmieri, Reggio Emilia, Centro Documentazione Storica di Villa Cougnet – Quaderni Liceo Canossa, 2009, pp. 9-21.
  • Canovi 2009b
    Antonio Canovi, Pianure migranti: un’inchiesta geostorica tra Emilia e Argentina, Reggio Emilia, Diabasis, 2009.
  • Colucci, Sanfilippo 2010
    Michele Colucci, Matteo Sanfilippo, Guida allo studio dell’emigrazione italiana, Viterbo, Edizioni Sette Città, 2010.
  • Coordinamento per le fonti orali 2021,
    Coordinamento per le fonti orali, Vademecum per il trattamento delle fonte orali, Roma, s.n., 2021, https://www.aisoitalia.org/wp-content/uploads/2021/11/Vademecum-per-il-trattamento-delle-fonti-orali.pdf.
  • Degli Esposti 2015
    Daniel Degli Esposti, Pavullo nel Frignano, 26.11.1944, in «Atlante delle Stragi naziste e fasciste in Italia», 13 dicembre 2015, https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=3122.
  • Degli Esposti 2016
    Daniel Degli Esposti, Ganaceto, Modena, 19-20.08.1944, in «Atlante delle Stragi naziste e fasciste in Italia», 23 marzo 2016, https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=3028.
  • Merlini 2020
    Rocca di Pace. Costruire Pace in se stessi, in comunità e nel mondo, a cura di Vittorio Merlini, Pisa, Quaderni di Satyagraha, Centro Gandhi Edizioni, 2020.
  • Proglio 2018
    Gabriele Proglio, Silences and Voices of Mediterranean Crossings: (Inter)subjectivity and Empathy as Research Practice, in «Revista Brasileira de Pesquisa (Auto)Biográfica», 3, 7 (2018), pp. 19-31.
  • Proglio 2020
    Gabriele Proglio, Bucare il confine. Storie dalla frontiera di Ventimiglia, Milano, Mondadori università, 2020.
  • Turchi 2007
    Massimo Turchi, Alla fine dell’arcobaleno. La storia di Felice Pedrotti all’Alaska, Civitavecchia-Roma, Prospettiva Editrice, 2007.
  • Turchi 2016
    Massimo Turchi, Fanano e Sestola, 11-12.08.1944, in «Atlante delle Stragi naziste e fasciste in Italia», 8 marzo 2016, https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=5481.

Risorse


Note

1. Una prima edizione della scuola Aiso è stata svolta nel luglio 2021; cfr. i report interni dell’associazione agli indirizzi web: https://www.aisoitalia.org/passaggi-testimone-paesaggio-monti-riva/ e https://www.aisoitalia.org/passaggi-testimone-paesaggio-monti-riva-2/. La seconda edizione è stata co-organizzata da Ithaca Project – Interconnecting Histories and Archives for Migrant Agency (https://ithacahorizon.eu) e promossa da Eutopia Ri-generazioni territoriali, Anpi, Associazione Linea Gotica-Officina della Memoria, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena e dal Master in Public & Digital History dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Alla scuola hanno collaborato Anpi Modena, l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e l’Istituto nazionale Ferruccio Parri; cfr. il sito web della seconda edizione di Aiso: https://www.aisoitalia.org/scuola-storia-orale-paesaggio-fanano-2/.

2. Promosso dai comuni di Fanano e Sestola con il supporto dell’Istituto storico di Modena, l’Archivio è stato realizzato dall’associazione Europia Ri-generazioni territoriali assieme ad Aiso. È consultabile al seguente indirizzo web dell’Associazione Linea Gotica-Officina della Memoria: https://la-linea-gotica.com/audio/.

3. Nata nel 1972, l’Associazione culturale E’Scamadul è impegnata nello studio, nella valorizzazione e nella riscoperta della storia, delle tradizioni e della cultura sestolese e delle zone appenniniche. Il nome “E’ scamàdul”, di origine dialettale, fa riferimento ai piccoli tronchi di legno che in passato venivano raccolti al fine di alimentare il focolare domestico. Cfr. il sito web dell’Associazione: https://escamadul.it/.

4. Nello specifico, il progetto connette diversi attori di 18 paesi diversi ed è portato avanti da un consorzio di 11 partner; cfr. il sito web: https://ithacahorizon.eu/consortium/.

5. L’Archivio delle memorie migranti, nato nel 2004 dall’esperienza della scuola Asinitas di Roma dedicata all’insegnamento dell’italiano a stranieri, nel 2012 diventa un’associazione con finalità di promozione sociale. Per approfondire, cfr. il sito dell’Amm: https://www.archiviomemoriemigranti.net/.

6. Cfr. il sito web: https://claudiaugusta.provincia.bz.it/archivio-orale.asp.

7. Il Vademecum per il trattamento delle fonti orali si propone come vera e propria guida operativa alla creazione, gestione e valorizzazione delle fonti orali, per finalità di ricerca e di didattica. Esso presenta anche il documento prodotto da Aiso intitolato Buone pratiche per la storia orale, emanato nel 2015 e revisionato nel 2020. Cfr. il seguente indirizzo Internet dell’Aiso: https://www.aisoitalia.org/risorse-2/vademecum-archivi-orali/.

8. Cfr. il sito web dell’Isgrec dedicato al progetto: https://www.isgrec.it/storie/index.html.

9. Cfr. il sito web dell’Archivio: https://afor.dev/site/.

10. Cfr. il sito web della piattaforma: https://lodovico.medialibrary.it/home/index.aspx.

11. Sulla storia della comunità di Capitán Pastene e i diversi aspetti socio-ambientali, cfr. la pagina web dedicata del Migrer (Museo virtuale dell’emigrazione emiliano-romagnola nel mondo), L’epopea di Capitán Pastene: https://www.migrer.org/storie/lepopea-di-capitan-pastene/. Sul fenomeno migratorio italiano ed emiliano in Sud America, cfr. Colucci, Sanfilippo 2010, pp. 62 e ss. Sulla figura di Felice Pedroni sono stati realizzati alcuni studi sia in Italia che all’estero; si segnalano qui i lavori di Turchi 2009; Busi 2012, unitamente al documentario di Paolo Muran, Felix Pedro… se solo si potesse immaginare, DocLab, Paolo Muran Doc e Pierrot e la Rosa, Bologna 2019, visualizzabile al seguente indirizzo web: https://felicepedroni.jimdofree.com/documentari/felix-pedro-se-solo-si-potesse-immaginare/.